Diario
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L’indipendenza paga

Bravo Alessandro!

Settimana zeppa di nuovi film. Troppi. Attenti a lasciarvi sfuggire il piu’ stracult di tutti, “Henry”, terzo noir ironico, violento e bizzarro di Alessandro Piva dopo l’incredibile doppietta pugliese formata da “La capagira” e “Mio cognato”.
Anche qui si gira attorno a una serie di eccessi e di personaggi malavitosi e grotteschi che si sparano e si uccidono allegramente in nome di un cinema d’azione alla Fernando Di Leo che Piva sembra venerare. “Il mondo si divide in due parti. Ci sono quelli che sgusciano le vongole prima di mangiare gli spaghetti e quelli che le sgusciano durante. Io faccio parte dei primi.”, e’ la grande massima del boss napoletano interpretato da Alfonso Santagata di fronte al suo killer di fiducia, certo Martino, un Dino Abbrescia scatenato che parla un napoletano pesante e dalla pistola facile.
“Lasciamene almeno uno vivo”, gli chiede Santagata. Autoprodotto con un milione e trecentomila euro scuciti dallo stesso regista (un eroe), distribuito dall’indipendente Iris Film, con un cast che vanta i migliori nomi del nostro cinema piu’ giovane, Carolina Crescentini, Michele Riondino, Claudio Gioe’, Paolo Sassanelli, e’ un viaggio in una inedita Roma notturna fatta di strafattoni, spacciatori, mignotte, gangster bianchi e neri, poliziotti corrotti sul modello piu’ dei vecchi film di Maurizio Merli e Tomas Milian che su quelli della nuova fiction alla Piva applica la lezione dei suoi primi due film al poliziesco romano insistendo particolarmente sulla costruzione di tutti i personaggi che mette in gioco, dal poliziotto buono Claudio Gioe’ alla ragazza traviata Carolina Crescentini, dai killer Davide Coco-Dino Abbrescia ai neri finalmente credibili, Aurelien Gaya e Eriq Ebouaney, stella del cinema internazionale gia’ visto in “The Horde”, “Le crociate”, “Femme fatale”, dal ragazzo che non c’entra niente Michele Riondino, ormai diventato il giovane Montalbano della tv, a Alfonso Santagata, grande attore teatrale a suo tempo riscoperto da Moretti e Garrone.
La storia ruota attorno all’omicidio di uno spacciatore romano, il Max Mazzotta di “Paz”, e alla scomparsa di un carico di coca che mette in agitazione due bande rivali, quella degli africani e quella dei napoletani. In mezzo un gruppo di ragazzi che si ritrova invischiato nel caso e i due poliziotti che cercano di trovare una soluzione all’omicidio e alla sparizione della droga.
Decisamente superiore alla media dei film italiani prodotti in queste ultime stagioni, forma con “Acab” di Stefano Sollima una decisa resistenza al predominio della commedia e una bella incursione nel cinema di genere italiano. E offre a Carolina Crescentini uno dei suoi ruoli migliori di sconvoltona romana. Ha pure una grande scena di sesso con Michele Riondino offerta in esclusiva per i lettori di Dagospia dal regista.

Fonte: Dagospia

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